Kaleidos
Teresa Giannico
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Viasaterna presenta Kaleidos, la prima personale di Teresa Giannico (Bari, 1985).
La mostra, attraverso l’esposizione di due progetti inediti, racconta di interni reali, spazi
intimi e mondi sospesi che, come nell’omonimo gioco, presentano sedimentazioni di
oggetti di diversa natura. Lay Out e Ricerca8 sono due corpus di opere realizzate con
tecniche differenti come la fotografia, il disegno e la scultura, che ne caratterizzano
l’ambiguità percettiva.
Teresa Giannico da anni si appropria e archivia immagini di oggetti appartenenti al nostro quotidiano, come bottiglie, tappeti e sedie, ricercati e selezionati da internet e dalle fotografie dell’artista, che vengono poi raccolti in un ampio catalogo ordinato per tipologie. Da questo giacimento visivo l’artista seleziona le immagini per la composizione, prima disegnata a matita e poi realizzata attraverso una serie di passaggi consecutivi. Gli oggetti, stampati su carta e montati su un supporto rigido, vengono composti per costituire un diorama in scala ridotta. Un micro-mondo ricostruito che l’artista fotografa e poi elimina, ma di cui rimane traccia nell’unica immagine finale dove il diorama è il soggetto fotografato. Uno scenario sospeso nella possibilità, con la manipolazione delle entità che lo compongono, la loro storia, la loro aggiunta e sottrazione e il dialogo che si innesca tra loro. Lo scontro tra il modello, la realtà e la fotografia, favorisce le confluenze di un effetto a cascata generativo.
Attraverso la logica del frammento, Giannico interroga il valore documentario della fotografia e il confine tra citazione e inedito. L’artista rappresenta i molteplici tasselli di strutture e livelli di interpretazione del nostro contemporaneo, proponendo una finestra sull’interezza di un mosaico personale e collettivo.
Teresa Giannico da anni si appropria e archivia immagini di oggetti appartenenti al nostro quotidiano, come bottiglie, tappeti e sedie, ricercati e selezionati da internet e dalle fotografie dell’artista, che vengono poi raccolti in un ampio catalogo ordinato per tipologie. Da questo giacimento visivo l’artista seleziona le immagini per la composizione, prima disegnata a matita e poi realizzata attraverso una serie di passaggi consecutivi. Gli oggetti, stampati su carta e montati su un supporto rigido, vengono composti per costituire un diorama in scala ridotta. Un micro-mondo ricostruito che l’artista fotografa e poi elimina, ma di cui rimane traccia nell’unica immagine finale dove il diorama è il soggetto fotografato. Uno scenario sospeso nella possibilità, con la manipolazione delle entità che lo compongono, la loro storia, la loro aggiunta e sottrazione e il dialogo che si innesca tra loro. Lo scontro tra il modello, la realtà e la fotografia, favorisce le confluenze di un effetto a cascata generativo.
Attraverso la logica del frammento, Giannico interroga il valore documentario della fotografia e il confine tra citazione e inedito. L’artista rappresenta i molteplici tasselli di strutture e livelli di interpretazione del nostro contemporaneo, proponendo una finestra sull’interezza di un mosaico personale e collettivo.