La città Narcisista
Takashi Homma
La città
narcisista. Milano e altre storie presenta per la
prima volta in Italia una ricognizione sul lavoro del fotografo Giapponese
Takashi Homma, attivo sulla scena internazionale dai primi anni Novanta. L’esposizione
si sviluppa intorno a tre tematiche principali, ricorrenti nell’intero corpus
di lavoro di Homma: la città; l’incontro tra la natura e l’azione dell’uomo;
l’atto di vedere e quello di rappresentare che sono alla base dell’operazione
fotografica.
La città è protagonista della serie che dà il titolo alla mostra, realizzata da Homma appositamente per questa occasione. Si tratta di fotografie di frammenti di Milano in cui sono riconoscibili alcune delle architetture più iconiche: il Duomo, la Torre Branca, la Torre al Parco di Vico Magistretti, oltre ai più recenti grattacieli che hanno popolato l’orizzonte urbano negli ultimi anni, opera di Zaha Hadid e Arata Isozaki. Homma riprende queste fotografie con una camera oscura, rifacendosi non soltanto alla storia del mezzo che utilizza e della rappresentazione prospettica in generale (molti pittori, da Leonardo a Canaletto, da Caravaggio a Vermeer, hanno dipinto aiutandosi in questo modo), ma risalendo ancora più indietro: è la città che, come Narciso, si specchia nell’acqua, ritrovandosi sottosopra e offrendosi di conseguenza alla propria riscoperta. La metropoli improvvisamente rallenta nelle fotografie di Homma, il brulichio delle strade è sostituito dalla lentezza del rituale: finalmente si può esplorare ogni dettaglio.
La città è protagonista della serie che dà il titolo alla mostra, realizzata da Homma appositamente per questa occasione. Si tratta di fotografie di frammenti di Milano in cui sono riconoscibili alcune delle architetture più iconiche: il Duomo, la Torre Branca, la Torre al Parco di Vico Magistretti, oltre ai più recenti grattacieli che hanno popolato l’orizzonte urbano negli ultimi anni, opera di Zaha Hadid e Arata Isozaki. Homma riprende queste fotografie con una camera oscura, rifacendosi non soltanto alla storia del mezzo che utilizza e della rappresentazione prospettica in generale (molti pittori, da Leonardo a Canaletto, da Caravaggio a Vermeer, hanno dipinto aiutandosi in questo modo), ma risalendo ancora più indietro: è la città che, come Narciso, si specchia nell’acqua, ritrovandosi sottosopra e offrendosi di conseguenza alla propria riscoperta. La metropoli improvvisamente rallenta nelle fotografie di Homma, il brulichio delle strade è sostituito dalla lentezza del rituale: finalmente si può esplorare ogni dettaglio.