Lucciole Nella Terza Natura
Cristobal Gracia
Viasaterna presenta Lucciole nella terza natura, mostra personale di Cristóbal Gracia (Città
del Messico, 1987) in collaborazione con Bikini Art Residency. La mostra comprende una
serie di opere prodotte durante il periodo della residenza e spaziano dalla scultura alla
fotografia e al disegno, in cui l'artista messicano riflette sui parametri di predominio della
cultura occidentale, la sua massificazione e la sua messa in discussione attraverso il ruolo
attivo dell'arte.
Le tecniche usate da Gracia sono spesso ancorate al contesto e al territorio di produzione. La pratica collaborativa dell’artista gli permette di confrontarsi con procedimenti che variano dall’artigianale all’industriale e dal manuale al digitale. Di conseguenza, Lucciole nella terza natura unisce opere diverse per dimensioni, materiali e supporti: sculture di tecniche miste, una serie di fotografie e una di disegni e tessuti in seta stampata. Le fotografie riprendono scene, trovate o appositamente allestite, che contribuiscono alla narrativa dell'artista realizzata come testimonianza o messa in scena. Tre sculture, De Monstris, possono essere definite “grotte viventi” di cemento e prendono forma da una stratificazione di elementi quali statue di cemento, decorazioni da giardino, memoriali piramidali ed elementi di architetture razionaliste. Altre sculture sono stalagmiti, immancabili protagoniste delle grotte, qui sedimentazioni di storia e significati, realizzate con vetri fusi su massi di cemento. Le proprietà cangianti della miscela di vetri colpiti da luce artificiale evocano il fascino suscitato su di noi dalla vista delle lucciole. Le Lucciole rappresentano l'idea di innocenza e resistenza e la loro presenza enigmatica irradia di luce e speranza il percorso della mostra. Gracia fa riferimento a La survivance des lucioles (2010), la risposta di Georges Didi-Huberman al disilluso pessimismo del famoso articolo delle lucciole di Pier Paolo Pasolini (Corriere della Sera, 1° Febbraio 1975).
Fino a venerdì 16 ottobre 2020
Le tecniche usate da Gracia sono spesso ancorate al contesto e al territorio di produzione. La pratica collaborativa dell’artista gli permette di confrontarsi con procedimenti che variano dall’artigianale all’industriale e dal manuale al digitale. Di conseguenza, Lucciole nella terza natura unisce opere diverse per dimensioni, materiali e supporti: sculture di tecniche miste, una serie di fotografie e una di disegni e tessuti in seta stampata. Le fotografie riprendono scene, trovate o appositamente allestite, che contribuiscono alla narrativa dell'artista realizzata come testimonianza o messa in scena. Tre sculture, De Monstris, possono essere definite “grotte viventi” di cemento e prendono forma da una stratificazione di elementi quali statue di cemento, decorazioni da giardino, memoriali piramidali ed elementi di architetture razionaliste. Altre sculture sono stalagmiti, immancabili protagoniste delle grotte, qui sedimentazioni di storia e significati, realizzate con vetri fusi su massi di cemento. Le proprietà cangianti della miscela di vetri colpiti da luce artificiale evocano il fascino suscitato su di noi dalla vista delle lucciole. Le Lucciole rappresentano l'idea di innocenza e resistenza e la loro presenza enigmatica irradia di luce e speranza il percorso della mostra. Gracia fa riferimento a La survivance des lucioles (2010), la risposta di Georges Didi-Huberman al disilluso pessimismo del famoso articolo delle lucciole di Pier Paolo Pasolini (Corriere della Sera, 1° Febbraio 1975).
Fino a venerdì 16 ottobre 2020