Kunstmuseum Luzern
Marion Baruch
Retrospettiva di Marion Baruch al Kunstmuseum di Lucerna
I conflitti del 20° secolo si riflettono nella lunga vita di Marion Baruch (*1929): fascismo, capitalismo, comunismo, femminismo, pacifismo, migrazione, classi, nazioni, religioni, comunità linguistiche, ideologie politiche. Marion Baruch si occupa di mondi interni e spazi esterni.
Di conseguenza il lavoro di questo artista ruota attorno al tema del vuoto; lavora con lacune, attraverso punti di vista e trasparenza. Parla del "vuoto", che significa non un nulla spirituale ma piuttosto uno spazio libero, nel senso letterale, da comprendere come un invito allo spettatore. Per il suo progetto une chambre vide (una stanza vuota, 2009), l'artista ha ripulito una stanza nel suo piccolo appartamento e, nel corso di un mese, ha invitato le persone a venire a parlare lì ogni pomeriggio, quando il sole ha delineato un caldo rettangolo su il pavimento in legno. La stanza può essere vuota, ma tutto il resto è lì: apertura, curiosità, scambio delizioso, calda luce del sole ... La parola Marion Baruch ha coniato, innenausseninnen (dentro e fuori), crea un'apertura avvolgente e solleva la questione di chi appartiene e di chi rimane fuori.
I conflitti del 20° secolo si riflettono nella lunga vita di Marion Baruch (*1929): fascismo, capitalismo, comunismo, femminismo, pacifismo, migrazione, classi, nazioni, religioni, comunità linguistiche, ideologie politiche. Marion Baruch si occupa di mondi interni e spazi esterni.
Di conseguenza il lavoro di questo artista ruota attorno al tema del vuoto; lavora con lacune, attraverso punti di vista e trasparenza. Parla del "vuoto", che significa non un nulla spirituale ma piuttosto uno spazio libero, nel senso letterale, da comprendere come un invito allo spettatore. Per il suo progetto une chambre vide (una stanza vuota, 2009), l'artista ha ripulito una stanza nel suo piccolo appartamento e, nel corso di un mese, ha invitato le persone a venire a parlare lì ogni pomeriggio, quando il sole ha delineato un caldo rettangolo su il pavimento in legno. La stanza può essere vuota, ma tutto il resto è lì: apertura, curiosità, scambio delizioso, calda luce del sole ... La parola Marion Baruch ha coniato, innenausseninnen (dentro e fuori), crea un'apertura avvolgente e solleva la questione di chi appartiene e di chi rimane fuori.