Guido Guidi. Altre Storie
Guido Guidi
Viasaterna è lieta di presentare la mostra personale di Guido Guidi (Cesena, 1941).
“Guido Guidi. Altre storie” è il titolo del progetto espositivo curato da Marco De Michelis e
Paola Nicolin che, attraverso una selezione di circa sessanta fotografie perlopiù inedite,
offre un nuovo punto di vista sul lavoro e sulla ricerca di uno dei maestri della fotografia
italiana.
L’esposizione si sviluppa su più registri narrativi: al primo piano una selezione di opere
dedicate all’architettura e al paesaggio, mentre al piano inferiore il percorso continua con
una selezione mai esposta prima d’ora di ritratti dedicati ad Anna Guidi, figlia dell’artista.
Autonomi sul piano del soggetto – l’architettura, il paesaggio ed il ritratto, ovvero gli
edifici e le persone – costruiscono due percorsi intrecciati e indissolubili per i temi trattati
e le metodologie. Ciò che appare distinto è profondamente unito, ciò che si avverte
come frammentario è, a ben guardare, perfettamente speculare. Si vengono così a
costituire due facce della luna che testimoniano la coerenza, la solidità e la struttura
concettuale del suo lavoro.
Guidi ha imparato a conoscere il mondo attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica: periferie urbane, campagne, ma anche “altre storie” di frammenti incompiuti come paesaggi prodotti da drammatici sconvolgimenti tellurici, il terremoto di Gibellina nella Sicilia del Belice; storie di grandi architetture, non quelle anonime e spontanee delle provincie italiane, ma i capolavori straordinari di Le Corbusier o di Mies van der Rohe: sublimi e, pur tuttavia, esposti anch’essi al trascorrere della luce e allo scorrere del tempo che in qualche modo ne consuma i lineamenti.
D’altro canto, la raccolta di ritratti di Anna, la figlia di Guido Guidi, appare del tutto eccezionale per l’attenzione che lo sguardo del fotografo le riserva. Anna è la camera oscura di Guido Guidi: è quello spazio di possibilità che si esplora ogni qualvolta il nostro sguardo si posa sulla realtà come attesa.
Guidi ha imparato a conoscere il mondo attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica: periferie urbane, campagne, ma anche “altre storie” di frammenti incompiuti come paesaggi prodotti da drammatici sconvolgimenti tellurici, il terremoto di Gibellina nella Sicilia del Belice; storie di grandi architetture, non quelle anonime e spontanee delle provincie italiane, ma i capolavori straordinari di Le Corbusier o di Mies van der Rohe: sublimi e, pur tuttavia, esposti anch’essi al trascorrere della luce e allo scorrere del tempo che in qualche modo ne consuma i lineamenti.
D’altro canto, la raccolta di ritratti di Anna, la figlia di Guido Guidi, appare del tutto eccezionale per l’attenzione che lo sguardo del fotografo le riserva. Anna è la camera oscura di Guido Guidi: è quello spazio di possibilità che si esplora ogni qualvolta il nostro sguardo si posa sulla realtà come attesa.